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MAGGIORI INFORMAZIONI
Titolo: José Limón. Memorie Interrotte
A cura di: Lynn Garafola
Introduzione di: Deborah Jowitt
Prefazione di: Carla Maxwell
Postfazione di: Norton Owen
Traduzione in italiano di: Rossella Battisti
Wesleyan University Press
Autore: José Limón
Licenza dei diritti per l'Italia: Daniele Cipriani Entertainment
s.c.
Editore incaricato: Proscenium
Data di pubblicazione: luglio 2008
Pagine: 225
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Prima edizione University Press of New England, Hanover, NH 03755 USA)
Copyright José Limón Dance Foundation
Titolo originale An Unfinished Memoir, 1999
Tutti i diritti riservati
Foto di copertina: José Limón, Foto di Gerda Pererich
Questa edizione italiana è realizzata in occasione del progetto
CELEBRAZIONI DI JOSÉ LIMÓN A CENTO ANNI DALLA NASCITA
In collaborazione con JOSÉ LIMÓN DANCE FOUNDATION
Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Ambasciata del Messico in Italia
Ambasciata Degli Stati Uniti d’America in Italia
Direzione Artistica
Daniele Cipriani e Sandra Fuciarelli
Licenza dei diritti per l’Italia
DANIELE CIPRIANI ENTERTAINMENT SC info@danielecipriani.it
Editore incaricato: Proscenium - Torino 2008
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La traduzione di questo libro è stato un atto d’amore
per i cento anni dalla nascita di José Limón, un artista
che è la quintessenza della modern dance, uno dei padri fondatori
del nuovo linguaggio che ha sovvertito e innovato profondamente la danza.
Nato nel 1908 a Culiácan in un Messico che sembrava lontano dalle
effervescenze europee dove si andava affermando il nuovo verbo della danza
con le esibizioni a Parigi di Loïe Fuller, Isadora Duncan e Ruth Saint-Denis,
le prime folgoranti stagioni dei Ballets Russes di Diaghilev e, naturalmente,
i fermenti dell’espressionismo tedesco. Vent’anni dopo, Limón
arrivava a New York alla fine del 1928. A completare questo contesto, il
fatto che Limón fosse attivo contemporaneamente a Martha Graham,
quasi coetaneo di Balanchine e “fratello maggiore” di Merce
Cunningham. Scomparso infine prematuramente nel 1972, ma in tempo per accorgersi
delle avvisaglie della post modern e delle nuove avanguardie. Tutto questo
basta a fare di lui una figura cardine della danza. “Dopo una vostra
danza, il mondo non deve essere più lo stesso”, amava ripetere
ai suoi danzatori. Ecco, in questo patto stretto fra etica ed estetica c’è
tutto il senso dell’arte di Limón. Il suo insegnamento più
incisivo e duraturo.
Ha usato la danza come “esperanto” per far comunicare popoli
e gettare le basi per un mondo senza confini. In questo senso, Limón
rappresenta il volto migliore dell’America libera, creativa e multiculturale.
Siamo in un’epoca che si sforza di convivere con altre modalità
culturali senza perdere di vista le proprie: in questo delicato processo
di integrazione, la lezione di Limón è più che mai
preziosa. (Rossella Battisti).
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